Voglion togliermi la dignità
ed io grido: "Libertà!".
Mi soppesano e mi giudicano,
mi accusano e mi contestano;
ma io sbandiero forte la mia umanità,
non son macchina da produttività:
Alienazione moderna
che mi costerna.
Il fascismo impera nuovamente,
il mondo osserva, passivamente.
Controllo contemporaneo,
società da cui mi sento estraneo.
Non condivido i vostri valori,
le mie radici affondano forti nel passato.
Abbiamo vissuto giorni migliori,
non dimentico chi è stato ammazzato
purchè i posteri potessero pronunziare
liberamente, senza paura, la parola "Diritto".
Non han dato la vita per avallare
un mondo di schiavismo e di conflitto.
Con le facce di bronzo, il marcio ed il malato,
purchè si dimentichi il "buono" e il "cattivo",
dividono il mondo in "produttivo" e "svantaggioso",
poichè in profitto debba esser misurato
ogni essere umano che sia vivo,
a riempir le tasche dell'accidioso.
A tal fine è permessa inquisizione,
instaurando il controllo ed il timore,
tenendo per le palle chi necessita il pane,
mentre, grasso ed avido, il padrone,
è certo esperto ladro e truffatore
e tiene da sè le Guardie lontane.
Arriverà per lui il giorno del giudizio,
intanto io m'ingegno e mi diletto,
rifiutando a gran voce il suo supplizio:
Sono Libero e non mi sottometto.
