Pallida, carezzevole compagna e amica,
se' tu la stella, luce e senso della vita.
Quale altro senso in codesto squallore,
quante altre morti da portare nel cuore,
se tu non sopraggiungessi, caritatevole,
a gettare la tua ultima carezza a sigillo
dell'agoniosa, misera, fame d'esistenza?
Passiamo l'intera nostra vita ad aspettare
una sfida, un incontro, un amore,
che non arriva mai, e le mani stringono
il vuoto, come a cercar l'impalpabile.
L'unica sostanza che potremo afferrare
è la tua falce che canta alla luna, o Morte!
Tu, che sei madre pietosa; tu, grazia
fatta ad ogni essere sofferente; tu, e solo tu
mantieni sempre la tua promessa d'amore.
Ma la cosa più bella che ci doni
è la possibilità di guardarti negli occhi,
ancora in vita, e sfidarti con coraggio,
chè nessun essere dovrebbe aver paura
d'una Signora tanto dolce e materna.
Salvifica mano materna, allungati,
ed io ti afferrerò con amore.
Guardami negli occhi,
ed io ti sfiderò dolcemente.
Fatti bramare, sempre di più,
ed io non cederò la tentazione,
conscio che sarai tu
a scegliere quando venire.
