Piuttosto che accettare l'ennesima sconfitta,
ribalto il tavolo e il tabellone,
coi dadi e le pedine.
Proseguo a testa dritta,
lungo la strada della ribellione,
in un conflitto senza fine.
Controcorrente, contro tutto
Io vado avanti e me ne fotto.
È il dispetto piú grande da fare
ad un mondo che si lascia troppo andare.
Rimango nei limiti, non mi scompongo,
ma, sapientemente, trattengo
le energie per quel momento
in cui avrò bisogno di me stesso.
A me stesso piú non mento:
accetto l'abbandono cosí spesso
da essere ormai avvezzo
a lasciar andare situazioni
che svuotan d'energie ogni mio pezzo,
che mi chiedon di tornare giú all'inferno,
che portano il mio sguardo ancora in basso.
Sono cosí stufo di vivere l'inverno,
sentirmi come foglia al vento, sempre scosso.
La vita grida forte il suo richiamo:
"BISOGNA RIPORTARE L'EQUILIBRIO!".
Ogni mezzo, a questo fine, utilizziamo,
cercando ogni rimedio allo squilibrio.
